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Aggiornamento : ARAN: MODELLO DI SVILUPPO PER LA CARRIERA DEL PERSONALE DOCENTI
Inviato da DIDATTIKA il 29/4/2005 16:55:39 (3521 letture)

L’attuale quadro normativo ribadisce il riconoscimento dell’unicità della funzione docente, in quanto organicamente connessa con le finalità istituzionali della scuola. Al contempo, a fronte dei processi d’innovazione e di trasformazione in atto, la professionalità docente è articolabile in una pluralità di competenze riconoscibili nell’ambito della normativa vigente.

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L’individuazione di uno sviluppo di carriera dei docenti, con l’introduzione di una dinamica retributiva e professionale cui ogni docente può volontariamente aderire non legata al solo indicatore dell’anzianità di servizio, richiede quindi che si considerino tutti quegli aspetti che caratterizzano la storia professionale di un docente: l’esperienza, il sistema dei crediti, la valutazione come supporto all’attività didattica e verifica degli esiti e la previsione di una fase transitoria.
Tra gli strumenti a tal fine necessari si conviene che l’istituzione di un sistema nazionale di valutazione del sistema scolastico possa costituire un utile strumento da intrecciare con i processi di valutazione interna.
Esperienza
L'esperienza, quale sviluppo e consolidamento delle competenze, trova valorizzazione oggi nella progressione economica correlata solo all'anzianità di servizio. Al fine del progressivo adeguamento delle retribuzioni dei docenti italiani ai parametri europei, si potrebbe ipotizzare che il livello stipendiale massimo, che in Italia si raggiunge al compimento del 35° anno di servizio, sia anticipato secondo la media U.E., verso il 25° anno. Sembrerebbe, peraltro, opportuno prevedere una progressione, da definire, anche dopo i 25 anni. A tal fine si potrebbe piegare la curva dei benefici, attribuendo all’anzianità dopo i 25 anni un valore leggermente inferiore a quello oggi maturato con 35 anni di servizio prevedendo ulteriori incrementi, ad esempio, ogni cinque anni. L’anzianità di servizio tuttavia, proprio perché allo stato è l’unico fattore che determina la progressione di carriera dei docenti, non può, sia pure in un’ottica di riforma, essere repentinamente svalutata a mero elemento concorrente senza ledere in maniera inaccettabile consolidate aspettative del personale con numerosi anni di insegnamento al proprio attivo. Diversamente dal disvalore che si tende superficialmente ad attribuire alla “sola” anzianità di servizio, non può negarsi che questa rappresenti al contrario un valore primario proprio perché strettamente connessa alla funzione principale e fondamentale di “insegnare”. Solo all’interno di una politica che tenga in conto tali esigenze è prefigurabile un sistema di carriera dei docenti di tipo flessibile, strettamente correlato alle necessità e alle scelte delle singole scuole in regime di autonomia, in cui la funzione docente incarna la propria specificità con particolare riferimento al lavoro che si svolge in classe con i ragazzi, e come impegno di ricerca, di studio, di disponibilità sul campo e al lavoro non certificato.
Il sistema dei crediti
Dopo una certa anzianità di servizio la carriera può trovare un'accelerazione subordinata all'acquisizione di crediti formativi e/o professionali che certificano il possesso di competenze afferenti alla funzione docente.
a) crediti formativi In una fase di profonda innovazione della scuola, che richiede progressivi adeguamenti e arricchimenti delle competenze professionali, la formazione si qualifica come lo strumento fondamentale che deve accompagnare strutturalmente
l’evoluzione professionale del docente. Pertanto il riconoscimento dei crediti formativi, in vista dell’articolazione e dello sviluppo di carriera dei docenti, potrebbe comportare un ripensamento del modello di formazione in servizio funzionale ad una professionalità attenta all’innovazione ed alla piena attuazione della scuola dell’autonomia favorendo, nel contempo, la personalizzazione ed il continuo aggiornamento di conoscenze e competenze. Ciò consentirebbe, infatti, il loro riconoscimento sulla base di un sistema di attribuzione di punteggi differenti per ciascuna tipologia di credito ai quali correlare corrispondenti parametri di miglioramento economico. Va garantita, inoltre, la spendibilità dei crediti a tutti i livelli d’istruzione e il riconoscimento degli studi compiuti anche nei diversi sistemi europei. Ne discende che la pratica dei crediti formativi dovrebbe consentire:
• la costruzione di un percorso formativo flessibile e coerente con le proprie aspettative di carriera;
• il raccordo tra i percorsi formativi personalizzati e le finalità che il sistema dell’istruzione e della formazione persegue;
• la continuità tra la formazione iniziale e quella in servizio;
• il trasferimento e il riconoscimento dei risultati in tutte le altre istituzioni, oltre la scuola, individuabili su territorio nazionale ed europeo;
• la spendibilità dei crediti in sede concorsuale. Per l’acquisizione di tali crediti andrebbe evitata la dominanza di una formazione solamente accademica (Università ed Enti di ricerca) in cui non sono adeguatamente valorizzati ambiti fortemente significativi rispetto al ruolo docente, come la scarsa attenzione ad aspetti metodologico-didattici o di tipo relazionale. La certificazione degli stessi non dovrebbe cedere al rischio di un approccio sommativo e/o cumulativo di certificazioni cartacee rispondenti a criteri di tipo burocratico- amministrativo. Va, quindi, valorizzato il ruolo della scuola come ambiente formativo specificamente connotato allo sviluppo della professionalità docente. I crediti formativi acquisiti potrebbero essere utilizzati dai docenti non solo ai fini della costruzione della carriera ma anche per il conferimento di incarichi professionali nella scuola dell’autonomia.
b) crediti professionali
Il docente può essere altresì chiamato a svolgere attività riconoscibili come crediti professionali in base anche ai percorsi formativi e secondo le necessità delle istituzioni scolastiche. Come previsto dal CCNL gli incarichi specifici sono correlati agli ambiti dell'autonomia scolastica e danno diritto ad una retribuzione aggiuntiva; potrebbero, altresì, costituire elemento riconoscibile ai fini dello sviluppo di carriera. Questi comportano in ogni caso un impegno temporale aggiuntivo rispetto all'insegnamento, attività fondamentale del docente. Sia nel caso dei crediti formativi che di quelli professionali, per realizzare un effettivo innalzamento dei livelli formativi è opportuno che:
• l’aggiornamento professionale sia strumentale alle reali e concrete esigenze rilevate in sede di progettazione ed attuazione del piano dell’offerta formativa, nonché nell’ambito dell’attività didattica;
• la formazione in servizio trovi motivi di stabile raccordo con l’attività di ricerca ed i processi di innovazione che caratterizzano e qualificano la scuola dell’autonomia;
• la qualità dei percorsi formativi riservati ai docenti vada garantita anche attraverso opportune forme di verifica e di validazione contestualizzata. Le Università degli studi, ma anche altre agenzie e centri di formazione qualificati, dovrebbero pertanto garantire:
• la continuità tra la formazione iniziale e la formazione in servizio;
• l’aggiornamento continuo e sistematico delle conoscenze ;
• l’interazione con altri istituti di ricerca e di alta formazione;
• un rapporto costruttivo e collaborativo con la scuola e con gli insegnanti in servizio.
Il sistema certificativo dei titoli professionali, in particolare, e segnatamente l’attestazione di quanto il docente ha realizzato nel proprio curriculum formativo, ivi comprese le attività di supporto, dovrebbe essere invece affidato all’istituzione scolastica, realizzando così un’efficace giunzione dei due sistemi. D’altra parte l’istituzione scolastica è l’unica a conoscere che cosa il docente abbia realmente fatto in termini di supporto al POF e, quindi, a poterlo attestare. L’esigenza di trasparenza, oggettività e uniformità di valutazione si potrebbe soddisfare anche attraverso una validazione effettuata a livello territoriale.
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