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PROGETTIFICI: LA MOLTIPLICAZIONE DEI P.O.N. E DEI PESCI

Data 2/5/2008 22:40:00 | Categoria: Aggiornamento

Anche quest'anno, in molte scuole d'Italia si è rinnovato il "miracolo" della moltiplicazione (e della spartizione) dei P.O.N. e dei pesci.
Il "miracolo" s'è avverato pure nella mia scuola. Molto più che in passato ho potuto seguire il turpe spettacolo messo in scena nel "progettificio scolastico" nel quale lavoro. Si è consumato l'ennesimo “mercato delle vacche”, senza offesa per le vacche e i loro venditori. Con la differenza, non secondaria, che un vero mercato delle vacche denota una maggiore dignità e legittimità, una maggiore serietà e nobiltà, almeno rispetto alle oscenità affaristiche e venali a cui si assiste in un "progettificio scolastico".
Ma perché mi dichiaro apertamente contro i cosiddetti "progettifici scolastici"?

E' presto detto. Sono contro i "progettifici" non per ragioni ed istanze ideologiche astratte, non per partito preso o una posizione aprioristica, bensì per riflessioni legate alla mia cognizione ed esperienza diretta, avendoli sperimentati personalmente nel corso della mia carriera professionale, in modo particolare negli ultimi anni.

Nulla mi impedirebbe di essere propenso verso l'offerta, il finanziamento e l'esecuzione di progetti di qualità, purché siano creati, presentati e realizzati seriamente, ma mi accorgo che i casi positivi sono eccezioni molto rare, anzi rarissime.

Invece, i "progettifici scolastici" si caratterizzano negativamente per vari motivi, anzitutto per un'assenza di intelligenza, di creatività e trasparenza, per scarsa correttezza ed equità, per mancanza di razionalità e rispondenza ai reali bisogni psicologici, formativi, sociali e culturali degli studenti, mentre obbediscono solo ad una logica cinica e affaristica. Per non parlare dei continui strappi alle regole, delle reiterate violazioni di norme e diritti sanciti dalla legge, delle innumerevoli e meschine scorrettezze commesse all'interno delle scuole.

Dunque, ribadisco di essere favorevole ai progetti di qualità ma fermamente contrario ai "progettifici", in quanto i primi si basano (appunto) sulla qualità, mentre i secondi sulla quantità, in molti casi addirittura sulla quantità "industriale". Non a caso i "progettifici" sono definiti in tal modo, proprio perché si configurano come "fabbriche di progetti".

In gran parte si tratta di progettini vuoti ed insulsi, privi di intelligenza e valore culturale, di estro creativo e progettuale, senza armonia e rispondenza alla realtà del territorio, anzi in grave disaccordo con le istanze effettive degli alunni. In molti casi si tratta di "progetti-fantasma", esistenti solo sulla carta, la cui attuazione non è sottoposta ad alcun sistema di controllo. Gli stessi meccanismi e strumenti di monitoraggio e verifica sono inefficaci o inesistenti, ovvero esistenti solo sulla carta.

Sono sempre più numerose le scuole italiane che tendono a configurarsi come "progettifici" senza valore, per la semplice ragione che la produzione e l'offerta di progetti e progettini su scala industriale conviene economicamente ai dirigenti scolastici e ai colleghi più venali ed affaristi. I quali, non a caso, puntano sui "progettifici" e non sulla qualità, perseguendo esclusivamente la "produttività economica", vale a dire il facile guadagno.

In particolare nella mia scuola, quest'anno i progetti (mi riferisco non solo e non tanto ai P.O.N., quanto soprattutto ad altre tipologie di progettazione e di finanziamento economico) hanno conosciuto una proliferazione impressionante, si sono moltiplicati a dismisura, si sono scissi, frammentati e ricomposti "magicamente", sono stati riciclati e riesumati in modo "prodigioso", cambiando natura e caratteristiche, veste, tipologia e denominazione, persino il nome del referente. Perciò, sono nauseato e indignato!

Lettera Firmata
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LA RISPOSTA DI CONCETTA MEMOLI (ex membro del CD ANITeL)

PROGETTI PON: VALORE AGGIUNTO ALLA DIDATTICA

I PON fanno sempre discutere e non poco perché sono sempre il pomo della discordia di molte scuole, i finanziamenti sono cospicui e la ricchezza spesso non sia sa come spenderla…
Ma le direttive esistono e non sono poche e lasciano poco spazio alle discrezionalità , le procedure sono rigide e spesso inderogabili e i controlli, locali, nazionali ed europei esistono davvero , sia pure effettuati a campione, questo dovrebbe invitare ad una puntuale e corretta progettazione e ad una coerente attuazione degli obiettivi.
Ma evidentemente così non è, se l’autore della lettera riscontra così tanti elementi negativi.
Mi sono occupata di progetti europei in varie occasioni sia come autrice dei progetti, sia come tutor di laboratorio, sia come facilitatore posso quindi vantare a mio favore un osservatorio abbastanza variegato che mi consente di esprimere giudizi non sommari ma abbastanza circostanziati, sia pure sempre riferiti all’esperienza vissuta nella mia scuola, così come l’autore della lettera si riferisce probabilmente alla sua.
Vorrei spezzare, quindi, qualche lancia a difesa dei PON, anche se non metto in dubbio che in molte scuole vengano stravolte le finalità e le modalità di attuazione dei progetti PON, laddove non se ne ravvede l’importanza, il valore e soprattutto l’utilità degli stessi.
I finanziamenti europei non sono “altro” da noi, sono i nostri soldi comunitari , che ci vengono restituiti perché nella nostra scuola (in questo caso del Sud dove pare che ci siano grosse falle da riparare) competenze e strutture abbiano la dignità che meritano e che le scuole dell’”Obiettivo convergenza” possano anche loro viaggiare a testa alta nel panorama nazionale ed europeo .
Il PON nasce, quindi, nelle migliori intenzioni di chi li emette , cioè per dare qualità e respiro nazionale ed europeo all’offerta didattica, superare i limiti di una didattica spesso ingessata, ripetitiva, priva di particolare appeal per gli studenti e per rendere competitiva la preparazione dei nostri studenti che, come ben sappiamo sono agli ultimi posti della classifica dell’OCSE.
L’autodiagnosi che la scuola effettua prima del progetto consente di individuare dei bisogni e il progetto che ne scaturisce sarà tarato coerentemente su questi , per cui la creatività , l’intelligenza, l’originalità, l’utilizzo di metodologie innovative sono senz’altro requisiti auspicabili e costituiscono valore aggiunto a ciò che già quotidianamente facciamo sia pure con onore e dignità.
Ma ogni strumento anche il più raffinato rivela la sua pochezza nelle mani di chi non ne ha compreso la funzione ed il valore , decide di non imparare ad usarlo e successivamente lo distrugge.
I PON si basano sulla condivisione d’Istituto , e come tale è un progetto che investe la scuola e tutti i suoi operatori , interni ed esterni, perché tutti siano consapevoli che si stiano mettendo in atto percorsi di crescita i cui risultati non possono essere tangibili nell’immediato ma vanno visti in termini di sollecitazione alla curiosità e alla scoperta, di aumento della motivazione e dell’interesse , requisiti di base per la conquista delle conoscenze.
Se il progetto non è “condiviso” ma vissuto con sofferenza e fastidio perché interessa solo pochi soggetti della scuola è un progetto fallito in partenza.
Il cantiere dei progetti è sicuramente sempre aperto ma non parlerei di “progettificio” ma di capacità progettuale che ogni scuola dovrebbe esprimere per rispondere ai propri bisogni formativi.
Non abbiamo sempre combattuto i finanziamenti “a pioggia”? Distribuiti e calati dall’alto soltanto perché i soldi c’erano e quindi bisognava darli a tutti e in quantità, a volte, minime da rendere insignificante qualsiasi intervento?
Meglio progettare caro detrattore del PON, tenendo conto che l’intelligenza, la creatività, il valore culturale, la qualità sono a monte, cioè nel progetto iniziale che vedrà la sua felice conclusione nelle mani di chi si sentirà adeguato a tradurlo in pratica con altrettanto estro e fantasia.
Concetta Memoli




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