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RIFORMA DL59: i problemi della formazione

Data 12/3/2005 11:21:02 | Categoria: Aggiornamento

di M.Teresa
Cari colleghi,
vi riferisco quanto è avvenuto ieri durante la convocazione al CSA di VR con i tre tutor senior che ci hanno convocati per un non ben precisato incontro di coordinamento sul D.Lgs. 59.

di M.Teresa
Cari colleghi,
vi riferisco quanto è avvenuto ieri durante la convocazione al CSA di VR con i tre tutor senior che ci hanno convocati per un non ben precisato incontro di coordinamento sul D.Lgs. 59.
Vi ricordo che tale incontro era stato preceduto da una circolare prot.n.794/F14/H11 della Dir. Gen. del Veneto datata 22 Febbraio e rivolta ai D.S. e ai Direttori dei corsi, che tra le varie puntualizzazioni ribadiva, richiamando una sua precedente circolare del 1 aprile 2003 (forse molti l’hanno presa per un pesce d’aprile!), che i compensi da attribuire agli e-tutor si richiamano al D.I. n.326/’95 e, in particolare, che la funzione negli interventi di formazione attuati secondo il modello e-learning integrato “viene equiparata a quella del docente nei corsi tradizionali”.
Uno dei tre ha esordito chiedendo se abbiamo domande e, quando immancabilmente il discorso è caduto sui pagamenti dei tutor, ci ha detto che non si può pesare così tanto sui fondi delle scuole e che dobbiamo farci fare un contratto che può essere anche forfetario; che, quindi, ogni direttore di corso deve contrattare con l’e-tutor un compenso diverso secondo la disponibilità di ogni I.S.
Si poteva essere anche d’accordo (ma con molte riserve) se non ci fosse giunta qualche giorno prima la circolare sopra menzionata che, intervenendo, ho citato senza che il “senior” sapesse di cosa stessi parlando.
Gli è stata mostrata da un altro tutor che l’aveva con sé e mi ha risposto che quella era soltanto una indicazione, che si può arrivare alle cifra stabilita per la docenza, ma che non è obbligatorio farlo. Ho insistito nel dire che la circolare non usa il termine “può essere equiparata”, ma come ho citato sopra “viene equiparata a quella del docente nei corsi tradizionali”.
Questa a mio parere è la prima grossa incongruenza che dovrebbero chiarire tra loro CSA e USR (almeno qui nel Veneto) prima di creare ulteriore confusione.
Sui circa 50 tutor presenti, interpellati, soltanto io e un collega abbiamo detto di avere un contratto e soltanto per nostra iniziativa…
Altra grossa incongruenza rilevata, e vi prego di dirmi se sbaglio, è che il “senior” ci ha suggerito di non incoraggiare il percorso sul tutor perché la trattativa sindacale è ancora in corso e poi ha accennato alla recente sentenza di Lecce. Una collega delle paritarie ha riferito che il proprio direttore di corso sollecita, invece questa formazione, e chiedeva come regolarsi.
Le è stato risposto che è normale questa pressione da parte del gestore il quale, per essere a posto con la legge, a settembre ha bisogno di insegnanti formati per poterli incaricare di queste funzioni. Ma questo, a suo dire, non succede nella scuola statale in quanto sono sovrani gli eventuali criteri di assegnazione della funzione tutoriale stabiliti dal collegio dei docenti. Sono intervenuta puntualizzando che la piattaforma non parla di funzioni del tutor, ma di funzioni tutoriali che, per norma, devono essere svolte ugualmente da tutti i docenti e che se i miei corsisti vogliono conoscerle, non posso certo suggerirgli di non farlo. Inoltre che valgono certamente le indicazioni del C.D., ma che ancora la norma prevede che alla funzione tutoriale possa accedere soltanto la figura che abbia ricevuto un’apposita formazione. Il “senior” ha risposto dicendo che è soltanto una mia opinione (?!) e ha troncato il discorso.
Alla domanda se noi tutor avevamo riconosciuti automaticamente i crediti dei corsisti, ancora il “senior” ha risposto che sicuramente ce li riconosceranno, appena sarà meglio definita questa nuova figura. Ho ritenuto di suggerire ai colleghi la nostra linea ANITeL: nell’incertezza, sarebbe meglio iscriversi ugualmente al corso di un collega e inviare gli elaborati per il raggiungimento dei crediti, anche senza la presenza.
Altro episodio degno di nota è stato quando si è parlato del nostro comportamento per le validazione degli elaborati. Tutti hanno raccontato la loro esperienza e il solito “senior” ci ha consigliato di validare tutto, a meno che non siano proprio sciocchezze… Che quindi non dobbiamo assolutamente entrare nel merito di quanto i corsisti scrivono. Io ho riferito che due mie corsiste, senza entrare nel merito, avevano inviato soltanto uno dei documenti richiesti dal laboratorio e che pertanto, in via confidenziale, avevo suggerito loro di inviare la sintesi mancante (abbozzata peraltro in presenza) per poter essere in regola con quanto richiesto. Ebbene, sono stata giudicata apertamente poco sensibile e che gioco al ribasso… E pensare che per me è tutto il contrario!
Allora mi chiedo e vi chiedo, sono io “fuori”? Voi come vi regolate se un corsista invia soltanto una parte degli elaborati? Ma allora cosa ci stiamo a fare? Se fosse veramente così ditemelo chiaramente che mi ritiro!
Per finire, al termine di questo incontro di oltre due ore ci salutavano senza neppure farci firmare un foglio di presenza. Al che, un gruppo di noi l’ha richiesto e sempre il solito “senior” ci ha risposto che era fuori dell’orario del nostro servizio e che non avevano ritenuto dover documentare questo nostro intervento. L’abbiamo comunque richiesto e io stessa ho intitolato un foglio con l’oggetto della convocazione che tutti i presenti hanno firmato (molti però erano già andati via).
Lascio a voi i commenti…Vi chiedo anche se questo modo di condurre le cose sia corretto e se fa parte del gioco…
A proposito, il nostro counselor regionale, potrebbe darci delle informazioni sulla situazione che risulta a lui? Succede altrove nel Veneto quello che io riferisco qui? Grazie.
Ringrazio tutti per l’attenzione e mi scuso per la lunghezza di questa specie di verbale.
M.Teresa




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