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Formazione : LA TAVOLA ROTONDA
Inviato da DIDATTIKA il 1/12/2005 19:40:00 (3219 letture)

IL MIUR
Dott.ssa Castelletti – Ufficio per le “Strategie generali per il personale della scuola” direttore dott. Cosentino
- La formazione dei docenti: Bilancio, prospettive e risorse
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Open in new window L’ufficio si occupa di formazione del personale docente e ATA e in particolare delle
* Esigenze di formazione dell’e-tutor
* Esigenze di formazione del corsista
Il piano di formazione docenti trova validità normativa nella direttiva 45 del 4 aprile 2005 che definisce gli obiettivi formativi assunti come prioritari, per l’a.s. 2005/2006, per il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario, ivi compreso quello delle scuole italiane all’estero, i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie disponibili per la formazione, il ruolo dei diversi soggetti, organi e livelli istituzionali (scuole, uffici scolastici regionali, amministrazione centrale), nel rispetto degli ambiti di attività di cui all’articolo 63 del vigente CCNL. Essa appare coerente con gli obiettivi fissati dal Consiglio europeo di Lisbona del 24.3.2000 in materia di formazione in ingresso ed in servizio del personale e tiene a riferimento gli obiettivi della Direttiva generale sull’azione amministrativa e sulla gestione per l’anno 2005, tesa a promuovere la qualificazione della formazione del personale della scuola. Le linee d’azione tracciate dalla direttiva sono funzionali al sostegno dei processi di riforma, al supporto e al miglioramento degli apprendimenti di base, alla progressiva valorizzazione dell’autonomia didattica, di ricerca e organizzativa delle singole istituzioni scolastiche e alla valorizzazione dell’autoaggiornamento, in coerenza con i processi di innovazione degli ordinamenti del sistema istruzione.
Tra gli obiettivi della direttiva troviamo al punto 1:
a) “iniziative di formazione, anche in collaborazione con i paesi dell’UE, sullo sviluppo della professionalità docente in ambiente e-learning, con particolare riferimento all’educazione alla cittadinanza europea e alla scienza e tecnologia”
b) “interventi formativi destinati ai docenti delle scuole dei due cicli di istruzione”
al punto 2:
a) “sono previste iniziative di formazione da destinare a tutti i profili professionali del personale della scuola, con particolare riferimento alla formazione in ingresso, alla riconversione e riqualificazione del personale docente…”
b) “per gli ATA, come previsto dall’Intesa del 20 luglio 2004, citata in premessa sulla base del progetto specifico nazionale definito con le Organizzazioni sindacali, sono promossi interventi formativi per tutto il personale in servizio volti sia allo sviluppo delle professionalità (anche per l’assistenza materiale alla persona diversamente abile), sia alla mobilità professionale, sia alla riconversione, con specifica attenzione al personale inidoneo utilizzato in altro profilo2. Ogni percorso formativo di cui agli artt. 3 (Formazione per la qualificazione) e 4 (Formazione finalizzata al passaggio ad area superiore ed alla mobilità all’interno dell’area) dell’Intesa citata, terminerà con la certificazione individuale e documentata degli apprendimenti e con il rilascio di un attestato finale”
Fra i livelli d’intervento – art 4 - della direttiva leggiamo:
“A livello nazionale, in relazione al raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento, contenuti nelle Indicazioni nazionali allegate al Decreto Legislativo n. 59/2004 e al processo di consolidamento dell’autonomia didattica, organizzativa e di ricerca delle istituzioni scolastiche finalizzato al perseguimento degli obiettivi generali del processo di formazione, l’INDIRE implementerà progressivamente l’ambiente di apprendimento “Puntoedu”, in collaborazione con gli Uffici scolastici regionali, avvalendosi, tra l’altro, dei
risultati delle citate ricerche-azioni condotte dagli IRRE, nell’ottica di una formazione permanente coerente con le direttive europee”
Occorre fare una riflessione in generale sulla formazione della scuola: ATA – dirigenti – Docenti: i tradizionali corsi di aggiornamento in presenza col relatore non hanno prodotto formazione, ma unicamente informazione. I dati relativi all’impatto di tale aggiornamento sulle pratiche didattiche non è mai stato monitorato ed è difficilmente riscontrabile.
D’altra parte, oggigiorno, il dibattito europeo-mondiale sulla funzione della scuola ci ha dato piena consapevolezza che la formazione in servizio, pur non potendola imporre, è indispensabile, così come è indispensabile la formazione iniziale che di fatto non è mai stata imposta: noi abbiamo sempre assunto accettando unicamente il bagaglio culturale derivato dal titolo di studio.

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La formazione va considerata come valore aggiunto, anche se estremamente importante, sia dal punto di vista dei contenuti disciplinari, che come impostazione metodologica-didattica, anche se dovrebbe essere considerata come un dovere sia da parte del docente che della scuola. Per fare un paragone con la medicina: chi è quel paziente che vorrebbe farsi curare con i metodi e le cure di trent’anni fa?
L’indagine OCSE-PISA sulla matematica parla chiaro…
L’offerta formativa è la risposta che il ministero offre a chi vuol migliorare l’insegnamento, facendo leva sull’autonomia scolastica: il docente può gestire la propria formazione attraverso la scuola o le reti di scuole supportate dagli enti preposti come l’Indire, le Università, l’Irre, l’Usl che sono gli ambienti di mediazione della formazione.
L’Indire, in particolare, ha introdotto un processo di formazione misto on-line blended, che ha visto co-protagonisti della formazione alcuni docenti che sono stati chiamati a sostenere il ruolo di e-tutor.
Questo ruolo è sempre più complesso: non è ancora chiaro quale sia stato e sia tuttora il profilo professionale ricoperto.
Le competenze professionali richieste per questa funzione sono estremamente eterogenee e diversificate: è un tutor on line, è un tutor in presenza. Le conoscenze, abilità e competenze che deve possedere sono estremamente variegate: deve essere un facilitatore, un comunicatore, un esperto d’informatica, in taluni casi un esperto disciplinare…
E’ necessario definire i criteri di selezione per tale funzione, che fino ad ora sono stati talvolta casuali, protetti e hanno generato spesso malumori e tensioni e spesso non hanno avuto adeguato riconoscimento economico, così come è doveroso il riconoscimento e la certificazione di questa attività che si configura nel ruolo del “formatore”.
Si evidenzia il bisogno di riconoscere il ruolo dell’e-tutor e di farlo riconoscere a livello sindacale e nei contratti.
Per questo è stato aperto dal Miur un tavolo con i sindacati e si sono riscontrate meno resistenze di quanto si pensasse. I docenti, fino ad ora, hanno dovuto fare i conti con l’assenza di progressione di carriera. L’e-tutor ha messo in campo la propria professionalità che di fatto è riconosciuta; si tratta quindi di mettere a sistema qualcosa che già esiste, che ha costituito una modalità importante di formazione per i docenti e che va ormai ufficialmente riconosciuta sul piano economico e di progressione di carriera.

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Open in new windowINDIRE - Dott.ssa MOSA 
- La formazione dei docenti: Bilancio, prospettive e risorse
La formazione blended e-learning ha visto oltre 10.000 e-tutor e più di 500mila utenti. Puntoedu offre spunti di contenuto, il ruolo dell’e-tutor è strategico, il corsista è sempre più protagonista della sua formazione.
I risultati del monitoraggio realizzato dal CEPAD e al quale ha collaborato anche Anitel ha evidenziato la centralità del ruolo dell’e-tutor e i bisogni emergenti:
1. riedizione del Dl 59
2. necessità di collaborazione e confronto
l’Indire risponde con la nascita di una community che si configura come ambiente di formazione permanente dedicato ai docenti provvisto di un’area di eventi online in streaming, ma anche con la possibilità di autogestione da parte del corsista.
Anche in questo caso il ruolo dell’e-tutor sarà fondamentale oltre che complesso, perché unica interfaccia umana tra l’ente erogatore di formazione e il corsista; può mediare e fornire aiuto.
Indire collabora con Anitel e con dodici università.
•presentazione completa corsi 2006>>
•Le slides dei corsi 2006>>

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Open in new windowUSR - Mauro Riboni – Ufficio VII formazione e aggiornamento del personale della scuola
- La dimensione regionale nella formazione e-learning integrata. L’esperienza lombarda: punti di forza e di criticità
ABSTRACT
L’attuale contesto della formazione vede indubbiamente una netta preferenza, sul piano nazionale, della formazione e-learning integrata.
A fronte di questo orientamento ormai consolidato il livello di gradimento dei docenti è indubbiamente ancora piuttosto basso e alcune ricerche svolte nell’ambito regionale lo dimostrano con particolare enfasi. Le ragioni di questa “disaffezione” sono state esaminate in diversi studi e rilevazioni a cura dell’ANEE.
L’esperienza lombarda si è andata sviluppando fin dal 2001/2002 (formazione delle Funzioni Obiettivo) con la definizione di linee progettuali che tuttora si rivelano particolarmente attuali e interessanti anche alla luce delle esperienze successive.
In particolare si è implementato l’ambito progettuale per il supporto e la progettazione formativa (SpAzI: Servizi per azioni Innovative) con cui si è cercato di supportare l’attività del DM61 e, successivamente del Dl59.
Da ultimo la costituzione dell’Ufficio VIII – diretto dalla dott.ssa Milani che aveva dato impulso alle precedenti azioni - sta cercando di dare unitarietà di sistema a tutte le azioni formative: ATA, neoassunti, Europa, Lingue…)
Alla luce di queste premesse e dall’esame dell’esperienza lombarda i punti di forza possono essere così individuati:
• Il supporto organizzativo
• la ri-territorializzazione della formazione
• il sistema informativo – conoscitivo locale
Elementi di criticità indubbiamente permangono con riferimento a:
• il senso di appartenenza dei docenti al processo formativo
• La cura della parte in presenza
• La ricaduta nella pratica quotidiana
• la formazione degli e-tutor 
•VISUALIZZA LE DIAPOSITIVE>>

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Open in new windowE-TUTOR- Prof Paolo Silveri
-Tecnologia, formazione e professionalità docente un anno dopo: ricadute professionali dei percorsi formativi della CM.55/2002, del DM.61/2003, del D.Lgs 59/2004.
Considerato il tempo estremamente ridotto affronto il nocciolo del problema, per lasciare spazio agli interventi.
Dopo anni di piani e programmi nazionali promossi dal MIUR, dopo l’impiego di sostanziose risorse finanziarie ed umane soprattutto nel periodo 1996-2004, sarebbe logica conseguenza attendersi un nuovo tipo di scuola nella quale gli studenti sappiano impiegare con metodo gli strumenti messi a disposizione da una società dell’informazione in velocissima e costante evoluzione e presenti nelle loro scuole grazie ai progetti ministeriali.
Una scuola dove le migliaia di docenti che hanno partecipato alle più recenti iniziative di formazione di questi ultimi anni fosse in grado di padroneggiare le tecnologie dell’informazione quale formidabile strumento di integrazione dell’insegnamento.
Ed invece, come confermano le ricerche e le statistiche più recenti , quali ad esempio quella coordinata dall’ispettrice Milani nel 2004 in Lombardia, l’atteggiamento del personale docente e Ata nei confronti dell’attività di formazione risulta sostanzialmente di basso gradimento dovuto principalmente al fatto che nella cosiddetta “e-learning integrata” è mancata spesso l’integrazione, vale a dire l’accompagnamento in presenza, aspetto fondamentale che probabilmente è stato trascurato o non ha avuto una spazio adeguato, tanto da provocare un vero proprio “flop della formazione” (Gianni Gandola) integrata.
I dati sono impressionanti: il 43% riscontra nel personale docente un livello di gradimento medio, il 37% basso, il 9,6% molto basso (molto alto 0%, alto solo l’8,5%). Un sostanziale flop dunque, per non dire un fallimento annunciato, dei corsi di formazione integrata (presenza/distanza) , per come sono stati condotti e attuati e per l’interesse che desta questa modalità tra gli operatori scolastici, in particolare nella scuola primaria.
Ai trionfalistici numeri snocciolati con orgoglio l’anno scorso in questa sede da alcuni dirigenti del MIUR, basati su monitoraggi dell’INVALSI del 2004 che rivelavano un tasso di gradimento ben superiore alle aspettative, si contrappongono ricerche che, come quella appena citata, fotografano realtà desolanti. Il così detto “stato disastroso delle TIC nella scuola italiana” di cui parlava Stefano Tommaso Donati nel 2003 sembra essere ad oggi sostanzialmente immutato, naturalmente escludendo quei casi, come quelli delle scuole presenti per esempio a questa ed altre manifestazione che, purtroppo non sono la punta di un iceberg ma eccezioni che confermano la regola.
Al di là di altre considerazioni che ci porterebbero lontano, credo che la motivazione che dovrebbe portare i docenti ad usare strumenti informatici nella didattica sia strettamente connessa con la qualità della formazione e quindi con la professionalità degli e-tutor.
In quest’aula sono presenti colleghi che, avendo partecipato a vari tipo di percorsi di formazione sulle TIC, possono testimoniare il grado di frustrazione provato nel prendere parte a percorsi di formazione con e-tutor in parte o del tutto inadeguati oppure nell’aver avuto la fortuna di avere una formazione soddisfacente ma di essere stati poi abbandonati, quando non anche ostacolati, nel mettere in pratica quanto quanto appreso.
In alcuni casi la coscienza professionale dei docenti “obbligati” in ossequio alle norme ad insegnare una materia di nome “informatica” (vedi in particolare nelle scuole secondarie di primo grado) – un termine che evidenzia la totale deformazione del senso didattico delle nuove tecnologie, trasformate in oggetto disciplinare invece che in strumento didattico: dal che “insegno informatica” piuttosto che “insegno italiano usando strumenti informatici” – non consente che la valutazione di tale disciplina sia differenziata, per la quale cosa non è raro osservare che in molte scuole i giudizi relativi all’Informatica siano tutti di eguale livello (normalmente “buono”).
Crediamo non sia più rinviabile una definizione da una parte del ruolo e della professionalità dell’e-tutor, senza accampare scuse di tipo sindacale per procrastinarne la contrattualizzazione e dall’altra di rivedere totalmente il sistema della FAD.
Con la contrattualizzazione dei formatori, gli e-tutor, si dovranno spazzare via le scelte clientelari che, in mancanza di specifici requisiti, rappresentano ancora oggi il principale canale di reclutamento di queste figure, per non parlare di quelle definite “senior”: titoli certi, compresi quelli di partecipazione ad iniziative del MIUR – che dire dei famosi corsisti ex percorso C2 della CM.55, che avrebbero dovuto operare addirittura su “reti di scuole” – e formazione qualificata presso l’Università.
Con la revisione del sistema della Formazione a distanza “la motivazione – e non la competenza tecnologica – sarà la vera discriminante fondamentale, motivazione per lo specifico tema oggetto del “trovarsi insieme in rete”, in un modo che faccia “star bene in rete”.” (Marcianò, Pedagogia e Tecnologia, Gennaio 2005). 
In tutto ciò Anitel è coinvolta in prima persona, criticamente e costruttivamente, per una formazione sull’uso didattico delle nuove tecnologie qualitativamente elevata, rispondente alle reali esigenze di professionalità dei docenti, con e-tutor preparati sia dal punto di vista tecnologico che pedagogico-didattico, come interlocutore primario del MIUR e dell’INDIRE.

•Leggi l'articolo di Gianni Gandola>>
•Leggi l'articolo di Stefano Tommaso Donati>>

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Open in new windowI PROBLEMI DEL CORSISTA - Prof.ssa Patrizia Ginesi - funzione strumentale per l'informatica
- difficoltà e risorse
L’ultimo intervento riprende alcuni temi della prima relazione.
La differenza tra AGGIORNAMENTO e FORMAZIONE è ormai sotto gli occhi di tutti gli operatori della scuola ed è confortante sentire che il MIUR punta sempre più alla formazione dei docenti. (slide 1)
Nonostante ciò, in questo passaggio (una piccola- grande rivoluzione copernicana) ancora si riscontrano, nel nuovo sistema formativo, alcuni punti di debolezza che emergono dalla ricerca dell’università cattolica di Milano (slide 2)
I fattori di criticità emersi nella ricerca trovano una contestualizzazione nel lavoro del tutor e dei corsisti durante i corsi di formazione sia in riferimento agli strumenti sia agli atteggiamenti. Numerose e complesse le situazioni e le risposte professionali richieste al tutor sia negli incontri in presenza che on line.(slide 3 e 4)
Interessante rilevare le aspettative di molti corsisti in questa nuova situazione formativa “blended” (slide 5)
Nella stessa direzione si muove Indire che prevede un’evoluzione dell’ambiente di apprendimento al fine di creare una vera “comunità di apprendimento” permanente (slide 6) 
http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1314
In conclusione, ultimo ma non ultimo tra i temi di riflessione, la formazione del tutor.
Si è parlato della formazione per i docenti: e il tutor?
Cosa ci possiamo aspettare e cosa ci possiamo augurare? Alcuni occasioni di “formazione “anche per il tutor, ma come scegliere? (slide 7)
La conclusione dell’intervento vuole essere interlocutoria nei confronti del Miur, di Indire nella speranza che Anitel possa vedere accolte alcune proposte di riconoscimento del lavoro del tutor, non solo sul piano economico ma nella direzione di una professionalità nuova e “centrale” per la formazione dei docenti italiani.
•VEDI LE DIAPOSITIVE>>

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