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Il ruolo dell'e-tutor: a quando il riconoscimento professionale?

Data 3/6/2006 2:50:00 | Categoria: Aggiornamento

Dal "Sole 24 ore"
ANCORA DA DEFINIRE RUOLO, FORMAZIONE E TRATTAMENTO ECONOMICO DEGLI INSEGNANTI SUPER SPECIALIZZATI
Se guardiamo alla storia della scuola negli ultimi decenni, è indubbio che uno degli sforzi maggiori di aggiornamento dei docenti ha riguardato l'introduzione delle Tic.
Uno sforzo enorme per gli insegnanti che in tempi molto brevi - nessun cambiamento tecnico e culturale è avvenuto così velocemente, - hanno dovuto rincorrere una serie di obiettivi fra loro strettamente concatenati. Si è trattato innanzitutto di conseguire l'alfabetizzazione all'uso dei software di base e l'acquisizione di elementari competenze nella gestione delle macchine; il passo successivo è stato raggiungere una confidenza con la ricerca e la produzione di contenuti
digitali (off line e on line) tale da assicurare il pieno utilizzo culturale delle nuove opportunità; infine è stato necessario "riportare" tutte queste conoscenze nel concreto lavoro d'aula e laboratorio. Il punto di svolta è stato segnato dall'attivazione dei corsi Fortic e dall'entrata in campo delle metodologie e-learning.
I numeri sono diventati enormi (centinaia di migliaia di insegnanti coinvolti) e la Rete, con la didattica on line, è diventata il principale contesto della formazione.
In questo processo, ancora in corso, gli insegnanti sono cambiati, ma un gruppo in particolare ha investito più di altri in questo percorso, venendo ad assumere una funzione di particolare rilevanza nella scuola.
Sono quegli insegnanti, diffusi in tutto il Paese e presenti in ogni scuola, che animati dalla voglia di sperimentare, si sonò impegnati per primi, dagli anni Ottanta, aggiornandosi a proprie spese (ancora non c'erano i corsi del Miur) e diventando in seguito spesso i tutor dei propri colleghi nei corsi organizzati dall'amministrazione scolastica, e punto di riferimento nei singoli istituti per tutti coloro che avvia- no progetti che prevedono l'utilizzo delle Tic.
Ora, nella situazione di stallo che caratterizza il futuro delle Tic nella scuola, queste figure si interrogano sul proprio futuro.
Le questioni sono essenzialmente due. La prima di carattere "sindacale", che riapre la mai sopita questione della differenza di trattamento dei docenti: come riconoscere questo maggiore impegno? La seconda riguarda più da vicino la possibilità di un efficace utilizzo delle risorse presenti nella scuola: come inserire e valorizzare la figura dell'e-tutor nei percorsi di formazione on line e nella progettazione didattica dell'istituto?
Il punto della situazione a Docet
La tavola rotonda "Formazione in servizio, lo stato delle cose: risvolti tecnici, organizzativi e professionali" recentemente organizzata da Anitel (Associazio ne nazionale tutor e-learning in occasione di Docet 2006 a Bologna alla presenza di rappresentanti del Miur, Indire, Ufficio scolastico regionale e sindacati, è stata l'occasione per fare
il punto della situazione.
L'associazione ha sottolineato anzitutto la necessità di un documento d'intesa che valorizzi questa nuova figura: una richiesta su cui molti dei partecipanti alla tavola rotonda si sono dichiarati d'accordo, salvo restare molto nel vago al momento delle proposte operative. Sarebbe fondamentale, in primo luogo, dare un valore "ufficiale" agli attestati rilasciati all'interno della professione, che attualmente è pressocbé nullo. Ma il passaggio fondamentale consiste nell'ufficializzazione del ruolo. Si tratta di un percorso che dovrebbe, comunque sciogliere alcuni nodi: chi individua l’e-tutor? con quali criteri? quale percorso formativo specifico e riconosciuto?
Altro punto sottolineato dall'associazione è che i costi della formazione sostenuti dall'e-tutor dovrebbero in una qualche misura essere riconosciuti come investimento per tutta la scuola.

Un nuovo modello di e-leaming
Attorno alla nuova figura dell'e-tutor dovrebbe passare però, secondo gli organizzatori dell'incontro, una più radicale riprogettazione di tutta l'organizzazione della formazione on line, che attualmente è strutturata secondo una gerarchia piramidale rigidamente organizzata dall'alto al basso. Al vertice c'è il Miur che "individua e dispone", più in basso l'Indire realizza e implementa piattaforme e corsi, poi l'Ufficio scolastico regionale che organizza sul territorio, infine il singolo istituto che svolge il percorso formativo; La base di questa piramide sono i corsisti: ultimo lontano gradino di un percorso decisionale e organizzativo che li sovrasta.
Nella proposta presentata, gli attori sono i medesimi, ma il corsista è al centro di una struttura orizzontale e reticolare di interazioni. Il Miur, in questo modello, accentua soprattutto una funzione di ascolto e interpretazione dei bisogni che provvede a finanziare adeguatamente, l'Indire coinvolge e informa maggiormente le altre componenti. L'Ufficio scolastico regionale ottimizza l'utilizzo delle competenze, delle risorse professionali (fra cui gli e-tutor) e finanziarie in stretto collegamento con le esigenze degli istituti. La singola scuola, infine, diventa centro di
formazione, divulgazione e si costituisce come unità di apprendimento permanente.




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