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Online/presenza: i due volti della formazione

Data 1/9/2006 8:20:00 | Categoria: Formazione

Inrtervista a Giovanni Biondi, direttore di Indire. Fare formazione in modo nuovo: l'apprendimento collaborativo fra le persone e le recenti iniziative di Università online
di Francesco Vettori
L’esperienza che Indire ha fatto in questi ultimi anni, sviluppando un modello formativo online per i docenti in servizio della scuola, suggerisce che realizzare una formazione online significa prima di tutto pensare e progettare l'apprendimento su basi diverse. Non si tratta di prendere il modello della formazione in presenza e portarlo online ma e' una cosa completamente diversa. Per fare solo qualche esempio: forum tematici dedicati, scambio di materiali, classe virtuale sono tutti strumenti della socialità online che permettono di usare il rapporto con la rete come un ambiente e non come un self-service dell'apprendimento.
Formarsi attraverso un ambiente online significa partecipare a un ambiente sociale; fatto di una socialità diversa ma non meno reale di quella tipica dell’apprendimento tradizionale.
Nel confronto tra la lezione frontale e l’apprendimento online, penso a quali siano le differenze, quali i valori aggiunti dell’uno e dell’altro. Non è certo la contrapposizione fra presenza e distanza che aiuta a capire. Nel mondo universitario si è aperta una polemica verso la formazione online come se questa fosse sinonimo di minore qualità della formazione. Emblematico è il caso degli studenti non frequentanti: all’esame portano dei libri, testi che hanno letto - quindi secondo un medium che funziona a distanza - e che per il resto sono praticamente abbandonati a se stessi: studiano da soli ed incontrano il professore all’esame. Rispetto a questo modello, l’online rappresenta un salto di qualità, porta con sé un valore aggiunto con funzioni nuove, anche interattive, che assicurano un supporto reale ai processi di apprendimento.
Progettare una formazione online offre la possibilità di un ripensamento del modello di insegnamento tradizionale in nome del suo arricchimento. Con una evidente sottolineatura del fare, del fare costruttivo, per cui non si trasmette qualche cosa ma si mette il discente nella condizione di imparare facendo, confrontando, simulando situazioni reali. Questa almeno è l’obiettivo che l’Istituto persegue anche attraverso la partecipazione al consorzio che ha dato vita alla IUL e che, è bene sottolinearlo, è composto nella sua maggioranza da istituzioni pubbliche.
La sfida di un nuovo e-learning, quello che non riproduca online ciò che può essere fatto o detto, forse meglio con gli strumenti tipici del confronto frontale docente-studente, significa imparare a costruire conoscenza, sfruttando appieno i caratteri originali dell’online con la possibilità di trasformare e verificare di continuo quel che si apprende.”
Per approfondire i temi trattati, può leggersi nella versione integrale
 Intervista a Giovanni Biondi
http://www.indire.it/lucabas/lkmw_fil ... a%20Giovanni%20Biondi.pdf




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