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Analisi di strumenti cloud per la didattica

Data 8/5/2013 2:40:00 | Categoria: Aggiornamento

Il cloud computing è nel futuro della scuola? Una panoramica sulle applicazioni da sperimentare, i vantaggi, i possibili modi d'uso. Didattica e nuvole: Webinar a partecipazione libera
Lunedì 20 maggio ore 21.15-22.45

DOCUMENTAZIONE DEL WEBINAR
1-REGISTRAZIONE WEBINAR>>
2-I MATERIALI>>

Relatore: Massimo Priano, docente di Matematica e Fisica presso l'Istituto Superiore "Parodi" di Acqui Terme (AL)
Gestione tecnica: Gioachino Colombrita, docente di diritto presso il Liceo Monti di Cesena
Coordinatore: Valerio Pedrelli, presidente associazione ANITeL, docenti tutor e-learning
PROGRAMMA
* Concetto di "cloud computing" e principali servizi offerti
* Uso di cartelle condivise con sistemi Box, DropBox e GoogleDrive per la distribuzione di materiali digitali
* Libri nella nuvola: i nuovi e-book utilizzabili anche come "contenitori" di materiali condivisi dai docenti
* Usare il cluod per la valutazione: l'esempio dei servizi offerti dal sistema ZTE
AMBIENTE:
PRENOTAZIONI, GUIDA, AMBIENTE>>

SCENARIO
"Negli ultimi anni, il numero di scuole che dispongono di tecnologie digitali per la didattica d’aula è aumentato significativamente. Azioni di sistema promosse dal MIUR hanno contribuito a rendere “familiare” la presenza di una LIM e di un computer di classe nelle aule, ma anche l’uso di risorse digitali e di Internet nella didattica. Gli usi e le pratiche didattiche realizzati dai docenti con questi strumenti hanno contribuito al superamento della convinzione che “il computer” e la rete fossero destinati esclusivamente al laboratorio di informatica o all’aula multimediale (crf. G. Biondi, La scuola dopo le nuove tecnologie, Apogeo, 2007).

Non sempre, tuttavia, la presenza di dotazioni tecnologiche contribuisce ad una trasformazione dell’ambiente di apprendimento che dovrebbe scaturire da una progettazione didattica che inserisce la tecnologia in un sistema di valori, credenze, idee, ipotesi, supposizioni (cfr. Jonassen D.H., M. Land, Theoretical Foundation of Learning Environments, Laurence Erlbaum Associates, Publisher 2000 Mahwah, New Jersey London).
Più o meno consapevolmente, quando decidiamo di posizionare una lavagna digitale in laboratorio piuttosto che nell'aula o scegliamo di mostrare un documentario o ancora di filmare un esperimento realizzato con gli studenti, abbiamo in mente che cosa gli studenti dovrebbero imparare (fatti, procedure, modelli?), come dovrebbero impararlo (memorizzandolo, analizzandolo), perché dovrebbero impararlo... Questo, in teoria. Nella pratica la necessità e la volontà di progettare ambienti adatti per la didattica in un particolare ambito disciplinare e per l’attuazione di metodologie o strategie didattiche come il problem solving o l’apprendimento collaborativo, si scontrano con difficoltà e limiti di ordine pratico che contribuiscono, talvolta, al consolidarsi di pratiche stereotipate.
Ora, grazie al cloud computing, molti aspetti dell’organizzazione scolastica possono essere trasferiti in rete: dalla gestione dell’orario scolastico, l’archiviazione di materiali didattici, la documentazione didattica e normativa etc. Si possono realizzare delle vere proprie “scuole senza carta” dove anche i compiti a casa, i lavori e le verifiche degli studenti sono in rete. Questo, sempre in teoria, era possibile anche prima del cloud, ma le scuole avrebbero dovuto dotarsi di un server e di figure dedicate alla gestione dei programmi per la gestione dei dati, per la loro sicurezza etc. Tutti compiti e “problemi” che, nei sistemi basati su cloud computing, sono delegati all’azienda o all’ente che eroga il servizio. Un passo in avanti che consente alle scuole di dedicarsi di più al modello e al progetto di didattica preoccupandosi di meno degli aspetti informatici.
(Laura Parigi, ricercatrice e instructional designer presso Indire)
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