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TUTOR ON LINE SENZA CERTEZZA: IL 40% NON HA IL CONTRATTO

Data 10/5/2005 14:00:00 | Categoria: Formazione

da ItaliaOggi del 26 aprile 2005
di Giovanni Scancarello
Gli e-tutor chiedono più chiarezza e soprattutto maggiori garanzie rispetto alla propria prestazione professionale. Sono diversi gli aspetti di incertezza che contraddistinguono la figura del tutor on-line, dalla loro selezione, al trattamento contrattuale e non solo.


È quanto emerso da uno studio dell'Anitel, l'associazione italiana degli e-tutor, condotto sui tutor e i corsisti alle prese con Punto Edu Riforma, corso di formazIone In servizio, promosso dall'istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa (Indire), sulle innovazioni introdotte dalla riforma Moratti. L'ambiente di apprendimento Punto Edu, come più volte sottolineato dall'Indire, si articola fra offerta formativa in presenza e on-line e si candida a diventare misura strutturale nella formazione iniziale e in servizio dei docenti.
L'anello di congiunzione tra l'ambiente di apprendimento e i corsisti è rappresentato dall'e-tutor, una sorta di primus inter pares della formazione in servizio, di cui è intermediario e non autore. Significativo, in questo senso, è il caso frequente degli e-tutor che sono chiamati a svolgere le attività dei propri corsi anche in qualità di corsisti.
Questo solo per dare l'idea della complessità del sistema di formazione in servizio Punto Edu, i cui crediti formativi rilasciati ai corsisti, nonché agli e-tutor/corsisti, «valgono, tuttavia, come i soldi del Monopolio». Così si è espresso lo stesso direttore dell'Indire, Giovanni Biondi (riportando una frase di Alessandro Musumeci rivolta a Valentina Aprea in occasione dello SMAU di Milano - ndr), che aveva posto la necessità di una maggiore chiarezza rispetto alla spendibilità dei titoli conseguiti con i corsi Punto Edu. Chiarimento che, evidentemente, tarda però ad arrivare e getta un alone di perdurante incertezza sulla formazione dei docenti e sulle loro prospettive di carriera. Anche se per altri motivi, le cose non sono diverse per gli e-tutor, la cui funzione è ancora lungi dall'aver trovato precisa collocazione fra le professionalità della scuola.

ANITEL all'EXPO e-learning 2004 di Ferrara

SELEZIONE DELL'E-TUTOR
C'è innanzitutto un problema a monte: la scelta e la selezione dell'e-tutor. Non tutte le regioni si sono comportate allo stesso modo, criteri chiari e imparziali sulle effettive capacità degli e-tutor non sono stati applicati dappertutto allo stesso modo. Il problema è che le dimensioni della macchina organizzativa e i tempi stretti della formazione complicano le cose. Ma in base alle rilevazioni dell'Anitel, ci sono state regioni, come Calabria, Lombardia, Liguria, Marche e Puglia, dove si è provveduto a realizzare una graduatoria regionale basata sul curriculum degli aspiranti e-tutor. Nelle altre, i criteri adottati sono stati diversi: nomine decise dal direttore del corso, parzialmente
dall'ufficio scolastico regionale, alcune dal collegio docenti, altre ancora un misto delle precedenti. Gli e-tutor per questo auspicano «criteri oggettivi e uniformi sul territorio nazionale che premino effettivamente le capacità e le competenze».

IL TRATTAMENTO CONTRATTUALE
Solo poco più della metà degli e-tutor intervistati, il 54%, sottolinea l'Anitel, ha ricevuto regolare lettera d'incarico da parte del direttore di corso, mentre lo stesso non è accaduto al 42% di loro. Solo il 52% ha ricevuto un regolare contratto, mentre il 40% dichiara di lavorare senza. Un regolare piano economico-finanziario è stato previsto solo nel 44% dei casi, ma anche qui, chi non sa, o non ha risposto, rappresenta il 36%.

NIENTE RIMBORSO ADSL
Una cosa, però, è certa e questa vale tanto per i corsisti quanto per gli e-tutor e ancor più per gli e-tutor/corsisti: le spese per la connessione a internet e-tutor e corsisti se le devono pagare di tasca propria.
Non ci sono soldi per la tanto invocata tariffa flat per insegnanti, un bonus sul costo dell'Adsl, alla stregua di quello per l'acquisto del pc: ma quella, si ricorderà, è stata un'operazione di market pIace ed era senza oneri per lo stato (si veda ltaliaOggi del 12 ottobre 2004). D'altra parte, è stato risposto, ci sono i laboratori scolastici attrezzati con la connessione a internet, i docenti possono collegarsi alla piattaforma on-line dell'Indire direttamente da scuola. Ma tutto questo sistema, si chiedono gli e-tutor, non sarebbe dovuto servire anche a delocalizzare l'autoformazione dal posto di lavoro?

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Per ANITeL era presente Concetta Memoli del Consiglio Direttivo





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