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Formazione : E-TUTOR E GESTIONE DELLA CLASSE IN PUNTOEDU
Inviato da DIDATTIKA il 31/5/2005 0:40:00 (4139 letture)

di Patrizia Ginesi
La funzione sociale dell’E-tutor tra classe reale e classe virtuale:novità, difficoltà e risorse. La formazione “blended”


“Cambia la scuola, cambia il contesto formativo: dall’aula alla rete, dalla lavagna al monitor, dalle dispense cartacee al download, dalla classe reale alla classe virtuale. L’insegnamento in presenza lascia il passo all’e-learning.” (V. Pedrelli in “Il problema della formazione in ambito scolastico” IS AnnoXII, numero4)
Prendo spunto dalle parole del collega V. Pedrelli per alcune osservazioni in base alla mia esperienza di e-tutor nei corsi organizzati da INDIRE per la formazione dei docenti (DM 61- DL 59).
La formula “blended” utilizzata all’interno di Puntoedu prevede un certo numero di incontri in presenza (durante i quali i docenti si incontrano in un’aula come nelle tradizionali forme di aggiornamento) e un certo numero di ore da svolgere on line (secondo il modello dell’e-learning) cioè in uno spazio virtuale dove lavorare individualmente (consultazione materiali di studio e banche dati) e in gruppo (confronto con altri corsisti per lo sviluppo delle attività laboratoriali nel forum e nella chat di classe).
E’ evidente la novità di tale approccio per i docenti che partecipano a questa esperienza e che erano sempre stati coinvolti in forme di aggiornamento molto tradizionali e, talvolta, passivizzanti; con questa nuova modalità il docente-corsista diventa attore del suo processo di formazione e, al suo fianco, trova l’e-tutor che svolge un importante ruolo di collegamento tra le due modalità di lavoro: in presenza (già sperimentata) e on line ( quasi sempre nuova e, talvolta, disorientante per il corsista alla prima esperienza).
Per metodologia e architettura Puntoedu è un ambiente collaborativo nel quale gli utenti possono comunicare, condividere e confrontarsi su esperienze didattiche, lavorative e di ricerca con colleghi ed esperti.
In questo scenario l’e-tutor diventa fondamentale perché, abbandonata la veste di esperto che aggiorna i docenti secondo una forma trasmissiva del sapere (modello tradizionale) opera per creare un filo di continuità tra “classe reale” e “classe virtuale” . In particolare mi riferisco a quella che Z. Berge (1995) definisce “la funzione sociale” dell’e-tutor cioè quella di contribuire alla nascita di una comunità che viva negli incontri in presenza e continui a vivere nello spazio on line
Tutor d’aula: competenze sociali in presenza
Durante gli incontri in aula il tutor attiva competenze sociali partecipando alla discussione, suggerendo come formare un gruppo di lavoro, stimolando l’individuazione di ruoli all’interno del gruppo, stimolando la partecipazione di singoli al lavoro comune, aiutando chi mostra di trovarsi in difficoltà, contribuendo a risolvere un conflitto all’interno del gruppo e attenuando eventuali momenti di tensione.
A questo scopo il tutor d’aula deve favorire la discussione e lo scambio tra corsisti stimolando la progettazione e la realizzazione delle attività (anche in gruppo), la condivisione dei percorsi di lavoro e il confronto di esperienze; ma deve anche “mettersi in gioco” chiarendo fin dall’inizio quali sono i reciproci ruoli in una sorta di “patto formativo” che tenga anche conto delle legittime aspettative dei corsisti.
In tutte le azioni elencate appare evidente come il tutor si distingue nettamente dal docente tradizionale (inteso come trasmettitore di nozioni) e diventa, invece, “facilitatore dell’apprendimento”(l’espressione è stata coniata da C. Rogers nel 1969).Infatti la sua azione è diretta al “gruppo che apprende” ed è attenta al recupero della motivazione dei partecipanti e al clima d'aula, privilegiando l'approccio metacognitivo e cooperativo, di controllo critico, riflessivo e autovalutativo sui processi in atto.Il tutor “accompagna” il singolo e il gruppo nella sua attività di formazione, con capacità di ascolto, accoglienza, incoraggiamento, attenzione che definiscono, non tanto una tecnica,quanto un atteggiamento che si sviluppa lungo il percorso e che si nutre di uno scambio tra docenti e tra esseri umani dove il saper fare, in alcuni momenti, lascia il passo al saper essere.
E-tutor: tutoring on line
Il tutor on line assiste i corsisti nella fase di formazione individuale e di gruppo, attraverso diversi strumenti di comunicazione sincrona e asincrona : anima i forum e la chat di classe.
E’ chiamato a rendere il più possibile umana l'atmosfera tendenzialmente impersonale e astratta che si instaura quando si opera a distanza e quando si utilizzano tecniche di comunicazione asincrone .In questo sta la novità dell’esperienza “blended” in corso e ,di conseguenza , emergono le difficoltà che molti corsisti incontrano dovendosi muovere in un nuovo ambiente usando strumenti non ancora familiari.(fig.1) Le reazioni dei corsisti di fronte all’attività on line attraversano una gamma di sfumature che parte dalla diffidenza , se non dal rifiuto, all’entusiasmo verso la novità e,in alcuni casi, la rassicurante consapevolezza delle proprie capacità strumentali iniziali.
Ma soprattutto diventa fondamentale creare un collegamento tra incontri in presenza e classe virtuale, gettare un “ponte” che non lasci cadere le motivazioni e le condivisioni del precedente incontro anzi, promuovendo la riflessione e il confronto sull’esperienza effettuata, tenga alta la curiosità dei corsisti sulla possibile elaborazione di azioni di sviluppo e miglioramento del lavoro iniziato, in vista del successivo.
Qui sta il grosso nodo che ogni e-tutor affronta, talvolta con senso di disagio nel percepire le resistenze dei corsisti, ma anche con uno stile personale legato alla realtà della classe con cui opera (ordine di scuola, numero corsisti, risorse a disposizione, esperienze pregresse di alfabetizzazione informatica….) mettendo in campo azioni e strategie che tracciano articolati percorsi di comunicazione on line, consapevole che non esiste una risposta valida per tutte le situazioni (fig.2)
Osservazioni conclusive e prospettive
Appare chiaro che queste mie osservazioni non possono esaurire la trattazione sul tema del tutoring in presenza e on line, anche per la sua complessità già ampiamente trattata in sede teorica, ma possono offrire un motivo di riflessione su come, oggi, all’interno di Puntoedu si opera concretamente in qualità di e-tutor in relazione alle difficoltà di un’esperienza di formazione nuova e alle risorse disponibili sul campo a supporto di tale azione.
In merito alle difficoltà incontrate penso non sia da sottovalutare il fattore tempo che ci vede all’inizio di un percorso nuovo per la scuola italiana e in divenire, e dove tutti coloro che, a vario titolo operano, sono dei veri pionieri per la novità e la complessità
di questi percorsi formativi . E allora quali le risorse su cui può contare l’e-tutor?
Penso sia fondamentale la Community, nelle sue articolazioni, come ambiente di supporto e confronto dove tutor e corsisti non solo trovano risposte ai loro quesiti, ma imparano a sentirsi parte di una rete, condividere difficoltà e costruire modalità di intervento e supporto al processo di formazione. Ma non basta.
Fino a oggi sono stati coinvolti migliaia di tutor nei piani nazionali di formazione dei quali molti con esperienze pregresse nella formazione “blended” ma molti anche “alle prime armi”. Occorre fare alcune riflessioni in vista di sviluppi futuri.
INDIRE sostiene la funzione dell’ e-tutor come strategica perchè Puntoedu sia veramente un ambiente per l’apprendimento collaborativo e non diventi un supermercato a cui gli utenti accedono ( in una sorta di “fai da te”) solo per scaricare materiali; da ciò deriva come logica conseguenza che si deve arrivare a un piano di formazione organico e specifico per l’e-tutor che parta dall’esperienza fin qui tracciata e monitorata.Parlo di una formazione che tenga conto del fatto che un tutor in presenza non può trasformarsi in tutor a distanza (e-tutor) senza una formazione adeguata poiché, a mio avviso,le competenze e le esperienze, anche significative, in aula non possono garantire l’efficace conduzione di un intervento on line.
In attesa che ciò avvenga un importante punto di riferimento per l’e-tutor è ANITEL l’associazione nazionale dei tutor per l’e -learning, che sta predisponendo attività di call center su spazi digitali (www.anitel.org/moodle) e sta partecipando alla fase di monitoraggio in Puntoedu in collaborazione con l’Università cattolica di Milano.



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