di Annarella Perra
Leggendo tra i post dei forum DiGi Scuola Puntoedu, non sono colpita dai variegati contenuti ivi esposti, ma da una domanda. che mi è capitato di trovarvi, apparentemente semplice ma in realtà ... dai mille risvolti. La domanda in questione è... Che fine fa il docente?
Questo interrogativo mi ha spinto veramente a fermarmi e a pensare.
Il quesito ruota attorno alle problematiche scaturite dal fiume in piena del progetto DiGi Scuola poiché l'insegnante, che si sente in qualche modo assediato, forse un po' condizionato e anche un po' esautorato (!) da questa forte spinta tecnologica che sembra travolgere tutto, si chiede che fine fa in questo scenario la figura del docente...
Ma su questo io credo che non ci siano dubbi. Non è prevista né auspicabile una sostituzione di persone con strumenti, e credo che nessuno abbia questo assurdo obiettivo.
Ma qualcosa ha fatto scattare dentro di me una reazione alquanto provocatoria perché mi si è immediatamente ribaltata la questione, e più leggevo e più prendeva forma dentro la mia testa un'altra domanda...Dove è stato finora il docente?
Mentre fuori dalle aule tutto cambiava rapidissimamente e le tecnologie modificavano i sistemi di vita di intere generazioni...dove erano i docenti?
Mentre venivano attivati fin dai lontani anni novanta i piani di sviluppo tecnologico per le scuole...dove erano?
Mentre i ragazzi cambiavano nel tempo il loro modo di rapportarsi alla realtà , di essere e di esprimersi attraverso linguaggi altri... dove erano?
Ritrovo in giro qua e là infatti commenti, dubbi, perplessità che ricordo perfettamente di aver vissuto oltre un decennio fa quando mi trovai ad affrontare (forse allora... pionieristicamente) situazioni analoghe a quelle descritte oggi (ma ora siamo nel 2007!) perché avevo voluto introdurre l'utilizzo del computer nelle aule, per affrontare la didattica disciplinare (del settore umanistico) con strumenti allora del tutto nuovi per gli insegnanti.
E tutto perché allora non era ancora ben delineato il quadro complessivo, perché gli sviluppi tecnologici erano ancora in una fase appena iniziale nel settore dell'istruzione, perché non era ancora ben chiaro che cosa significassero concetti come fruizione o produzione in ambito didattico (su cui scrissi nel 19991).
Ma tutto questo accadeva oltre un decennio fa...
E ora che contavo (forse ingenuamente, o meglio non realisticamente) che almeno una parte di questi problemi fosse in buona misura ormai superata da tempo, abbiamo visto chiaramente che non è così.
E mi chiedo ancora: ma dove siamo stati finora?
Ma soprattutto mi dico: quanto conta la formazione? E nonostante tutto sono sempre comunque fiduciosa...
...perché sono convinta che sia decisamente importante una buona formazione, una formazione consapevole e mirata.
Annarella Perra
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